lunedì 30 giugno 2008

IMMUNITA'

LE TAVOLE DELLA LEGGE/IL LODO JAVHE'

di Fabio Norcini


Stanco delle discussioni sulla giustizia, toghe rosse, ciessemme, con la sua carovana di avvocati Silvio IV, cospargendosi la testa di cenere e cingendosi i fianchi con un panno bianco, simbolo della sua purezza, decise di recarsi nel deserto. Dove, come narra il Deuteronomio della vulgata Fede e Rete 4, (V, 6-21): «Rimase digiunando per quaranta giorni e quaranta notti. Ci furono gemiti e stridor di denti. All’alba di un giorno nebbioso, dalla cabina della regia mobile al seguito della carovana, vide in diretta il trattore di Di Pietro prendere fuoco insieme a tutto il grano trebbiato da Ninì l’agreste. Fu il segnale: i tecnici gli comunicarono che avevano finalmente intercettato l’Altissimo, Benedetto (non Ida di) sia sempre il suo Nome, che con voce tonitruante lo ammonì: “Silvio, sono stanco di assistere ai tuoi trapianti di capelli, alle tue continue querele da perseguitato, al tuo accento brianzolo che ammorba la quiete del più alto dei cieli. Recati ordunque sul Monte Sinai e sacrificami una velina e, già che ci sei, anche Ezio Greggio”. Impugnato il bastone-parabolica satellitare e l’anello digitale terrestre, Silvio, che si era fatto mandare da Briatore già spossato di essere sposato, la Gregoraci, nonché il conduttore di Striscia, con il fido Letta munito di scimitarra, cinta la testa di mirto dall’amata Sardegna, si avviò per l’erta salita del monte Santo. Giunto sulla cima e posata la testa della manza, pardon valletta, su un tronco, già si accingeva ad immolare la prima innocente quando un angelo, doppiato da Oreste Lionello, gli fermò il braccio: fermati o potente tra i potenti, eletto tra gli eletti, hai già dato prova di sufficiente fedeltà”. Il cielo si oscurò e un occhio di bue con le gelatine fucsia da 2.000 illuminò delle tavole marmoree. Dal mixer uscì, superamplificata ma non distorta, la voce del Dio degli Eserciti e perciò amico dell’amico La Russa: “Stai attento Silvio, potevo stupirti con effetti speciali e infatti lo farò”. Una mano michelangiolesca da Giudizio Universale uscì dal cielo di silicone e un raggio laser cominciò a incidere a lettere di fuoco il marmo. Fumi e sfrigolio. Dopo 5 minuti tutto era già finito, potenza della tecnologia. La voce superna ruggì: “Mi raccomando continua a far adorare al popolo eletto il pallone d’oro, non fargli mai venir meno i consigli per gli acquisti e abbi Fede che l’importante è che de Franza o Spagnaccia purché se magnaccia”. 


POTRETE LEGGERE "LE TAVOLE DELLA LEGGE"  DOMANI

PROFESSIONE REPORTER

CLIMA PERICOLOSO

L'INFORMAZIONE CROCEFISSA

LETTERA DI ANTONIO DI PIETRO A BEPPE GRILLO

BUONGIORNO ITALIA, SIAMO TORNATI. UN GRAZIE SINCERO A MONTELUPONE, AL SUO DINAMICO SINDACO, NAZARENO AGOSTINI, AL SUO STRAORDINARIO ASSESSORE ALLA CULTURA, ARIANNA EUSEBI, AL CENTRO STUDI GALANTARA CHE CI HANNO OSPITATO E A SERGIO RICCARDI CHE CI HA REGALATO IL DISEGNO PIU' BELLO. AFFIDIAMO ALLA VOSTRA MEDITAZIONE LA LETTERA CHE ANTONIO DI PIETRO HA MANDATO A BEPPE GRILLO. LEGGETELA CON ATTENZIONE. E' OPPOSIZIONE!

"Ci sono momenti nella vita delle nazioni in cui i cittadini devono fare delle scelte. Momenti in cui non si può più fare finta di niente e continuare a credere che, in fondo, nulla veramente cambierà. Le leggi che continuamente vengono proposte dal nuovo Governo sono un attentato alla democrazia. Se passano, vincerà il regime e perderà, per un tempo indefinito, la democrazia. Non c’è bisogno dell’esercito per togliere la libertà ai cittadini. E’ sufficiente manipolare l’informazione e, grazie a questa, farsi eleggere in Parlamento. Quindi legiferare contro la Costituzione, contro l’indipendenza della magistratura, contro la sicurezza dei cittadini, contro la libera informazione. Una legge dopo l’altra.
Cosa distingue un primo ministro di una democrazia da un dittatore? Il vero tratto distintivo è l’
impunità assoluta del dittatore. Quando Silvio Berlusconi l’avrà ottenuta l’Italia sarà, a tutti gli effetti, una dittatura. Sorprende come opinionisti autorevoli abbiano potuto accreditare Silvio Berlusconi di qualità di statista e come una parte della stessa opposizione abbia creduto di poter avviare con lui le riforme istituzionali. La storia di Berlusconi parla per lui. I suoi innumerevoli processi, la condanna per corruzione giudiziaria del suo avvocato Cesare Previti per la Mondadori, la sua appartenenza alla P2, l’occupazione abusiva delle frequenze di Rete4. L’elenco è interminabile come i danni subiti a causa sua dal nostro Paese. Mi riferisco soprattutto allo spegnersi della coscienza civica, della morale, dell’etica. All’esempio devastante che Berlusconi ha offerto alla nazione e alle giovani generazioni in quasi venti anni, un esempio aggravato dalla sua impunità. Una situazione simile a quella dei ragazzi nei paesi del Sud che ammirano il camorrista o il mafioso locale.
Il Consiglio dei ministri di oggi, 27 giugno 2008, ha approvato il DDL per garantire l’
impunità alle prime cariche dello Stato durante l’esercizio del loro mandato, che diventano quindi più uguali degli altri cittadini di fronte alla legge. Nelle scorse settimane sono state presentate dal Governo leggi che definire vergogna è insufficiente. E’ più corretto chiamarle eversive e criminali in quanto minano le basi dello Stato e favoriscono i delinquenti.
La sospensione dei processi per un anno serve a evitare la possibile condanna di Berlusconi al processo Mills di Milano. Altri
centomila processi saranno bloccati per reati che vanno dallo stupro, alla truffa, al rapimento di minore. La sicurezza dei cittadini, tanto sbandierata in campagna elettorale da Berlusconi e dalla Lega, è sacrificata all’interesse del presidente del Consiglio. Il divieto di pubblicare le intercettazioni una volta depositate in tribunale a disposizione delle parti, e quindi di fatto già pubbliche, impedirebbe di venire a sapere di Parmalat o dei furbetti del quartierino. Il giornalista che pubblicasse le intercettazioni finirebbe in carcere, il suo editore chiuderebbe e chi ha compiuto il crimine non dovrebbe rispondere all’opinione pubblica. Con questa legge, negli Stati Uniti non ci sarebbe stato il Watergate e Nixon non avrebbe rassegnato le dimissioni. L’Italia dei Valori proporrà un grappolo di referendum per l’abrogazione di queste leggi contro la democrazia, se necessario promuoverà azioni di disobbedienza civile come la pubblicazione degli atti giudiziari. Nessuno può più rimanere a guardare.
L’
otto luglio a Roma dalle ore 18:00 in Piazza Navona, in contemporanea con l’iter di approvazione della legge sulle intercettazioni, l’Italia dei Valori insieme a esponenti della società civile ha indetto una manifestazione per la libertà di espressione e per la giustizia.” Antonio Di Pietro

AUTUNNO IN PIAZZA

IL LODO BIN LADEN

SACCA BOYS

FATELO LAVORARE!

FATELO LAVORARE

SICUREZZA

DONADONI

TOLLERANZA ZERO