martedì 1 settembre 2009

Buongiorno Italia dall' Asino

POLLICE VERDE
di Paride Puglia


IN MEDIA STAT VIRTUS
di Ugo Sajini

DAL NOSTRO INVIATO A PORTOPALO
di Gino Di Frenna



RIMBALZA IL CLANDESTINO
di Umberto Romaniello


FRECCE NEL FIANCO
di Ro Marcenaro



LEGGE BAVAGLIO
di Ro Marcenaro



LETTO A DUE CHIAPPE
di Umberto Romaniello 


MA TU GUARDA COME GIRANO LE COSE NEL MONDO...

Mercoledì 8 luglio 1998...altre 10 domande a cui il cavaliere non ha mai risposto!



LE DIECI DOMANDE CHE L' 8 LUGLIO 1998 IL QUOTIDIANO DELLA LEGA LA PADANIA POSE A BERLUSCONI E A CUI BERLUSCONI NON HA MAI RISPOSTO

- Primo quesito: lei certamente ricorda che il 26 settembre 1968 la sua società - l'Edilnord Sas -

acquistò dal conte Bonzi l'intera area dove di lì a breve lei costruirà il quartiere di Milano2. Lei

pagò l'area circa 4.250 lire al metro quadrato, per un totale di oltre 3 miliardi. Questa somma, nel

1968 quando lei aveva appena 32 anni e nessun patrimonio familiare alle spalle, e' di enorme

portata. Oggi, tabelle Istat alla mano, equivarrebbe a 38 miliardi, 739 milioni e spiccioli. Dopo

l'acquisto - intendo dire nei mesi successivi - lei aprì un gigantesco cantiere edilizio, il cui costo

arriverà a sfiorare 500 milioni al giorno, che in circa 4-5 anni porterà all'edificazione di Milano2

così come e' oggi. Ecco la prima domanda: signor Berlusconi, a lei, quando aveva 32 anni, gli oltre

30 miliardi per comprare l'area, chi li diede? Inoltre: che garanzie offrì e a chi per ricevere tale

ingentissimo credito? In ultimo: il denaro per avviare e portare a conclusione il super-cantiere, chi

glielo fornì? Vede, se lei non chiarisce questi punti, si e' autorizzati a credere che le due misteriose

finanziarie svizzere amministrate dall'avvocato di Lugano Renzo Rezzonico "sue finanziatrici", così

come altre finanziarie elvetiche che entreranno in scena al suo fianco e che tra poco incontreremo,

sono paraventi dietro i quali si sono nascosti soggetti tutt'altro che raccomandabili. Sì, perché - mi

creda signor Berlusconi - nel 1998, oggi, se lei chiarisse una volta per tutte, con nomi e cognomi,

chi le prestò tale gigantesca fortuna facendo con questo crollare ogni genere di sospetto e

insinuazione sul suo conto, nessuno e dico nessuno si alzerebbe per criticarla sostenendo che lei

operò con capitali sfuggiti, per esempio, al fisco italiano e riparati in Svizzera, poi rientrati in Italia

grazie alla sua attività imprenditoriale. Sarei il primo ad applaudirla, signor Berlusconi, se la realtà

fosse questa. Se invece di denaro frutto di attività illecite, si trattò di risparmi onestamente

guadagnati e quindi sottratti dai rispettivi proprietari al fisco assassino italiota che grazie a lei

ridiventarono investimenti, lei sarebbe da osannare. Parli, signor Berlusconi, faccia i nomi e il

castello di accuse di riciclaggio cadrà di schianto.

- Secondo quesito: il 22 maggio 1974 - certamente lo ricorda, signor Berlusconi - la sua società

"Edilnord Centri Residenziali Sas" compì un aumento di capitale che così arrivò a 600 milioni (4,8

miliardi di oggi, fonte Istat). Il 22 luglio 1975 la medesima società eseguì un altro aumento di

capitale passando dai suddetti 600 milioni a 2 miliardi (14 miliardi di oggi, fonte Istat). Anche in

questo caso, vorrei sapere da dove e da chi sono arrivati queste forti somme di denaro in contanti.

- Terzo quesito: il 2 febbraio 1973 lei fondò un'altra società, la Italcantieri Srl. Il 18 luglio 1975

questa sua piccola impresa diventò una Spa con un aumento di capitale a 500 milioni. In seguito,

quei 500 milioni diventeranno 2 miliardi e lei farà in modo di emettere anche un prestito

obbligazionario per altri 2 miliardi. Signor Berlusconi, anche in questo caso le chiedo: il denaro in

contanti per queste forti operazioni finanziarie, chi glielo diede? Fuori i nomi.

- Quarto quesito: lei non può essersi scordato che il 15 settembre 1977 la sua società Edilnord

cedette alla neo-costituita "Milano2 Spa" tutto il costruito del nuovo quartiere residenziale nel

Comune di Segrate battezzato "Milano2" più alcune aree ancora da edificare di quell'immenso

terreno che lei comperò nel '68 per l'equivalente di più di 32 miliardi in contanti. Tuttavia quel 15

settembre di tanti anni fa, accadde un altro fatto: lei, signor Berlusconi, decise il contemporaneo

cambiamento di nome della società acquirente. Infatti l'impresa Milano2 Spa iniziò a chiamarsi così

proprio da quella data. Il giorno della sua fondazione a Roma, il 16 settembre 1974, la futura

Milano2 Spa - come lei senza dubbio rammenta - viceversa rispondeva al nome di Immobiliare San

Martino Spa, "forte" di un capitale di lire 1 (un) milione, il cui amministratore era Marcello

Dell'Utri. Lo stesso Dell'Utri che lei, signor Berlusconi, sostiene fosse a quell'epoca un <>. Sempre

il 15 settembre 1977, quel milione venne portato a 500 e la sede trasferita da Roma a Segrate. Il 19

luglio 1978, i 500 milioni diventeranno 2 miliardi di capitale sociale. Ecco, anche in questo caso,

vorrei sapere dove ha preso e chi le ha fornito tanto denaro contante e in base a quali garanzie.

- Quinto quesito: signor Berlusconi, il cuore del suo impero, la notissima Fininvest, certamente

ricorda che nacque in due tappe. Partiamo dalle seconda: l'8 giugno 1978 lei fondò a Roma la

"Finanziaria d'Investimento Srl" - in sigla Fininvest - dotandola di un capitale di 20 milioni e di un

amministratore che rispondeva al nome di Umberto Previti, padre del noto Cesare di questi tempi

grami (per lui). Il 30 giugno 1978 il capitale sociale di questa sua creatura venne portato a 50

milioni, il 7 dicembre 1978 a 18 miliardi, che al valore d'oggi sarebbero 81 miliardi, 167 milioni e

400 mila lire. In 6 mesi, quindi, lei passò dall'avere avuto in tasca 20 milioni per fondare la

Fininvest Srl a Roma, a 18 miliardi. Fra l'altro, come lei certamente ricorda, la società in questo

periodo non possedeva alcun dipendente. Nel luglio del 1979 la Fininvest Srl, con tutti quei soldi in

cassa, venne trasferita a Milano. Poco prima, il 26 gennaio 1979 era stata "fusa" con un'altra sua

società dall'identico nome, signor Berlusconi: la Fininvest Spa di Milano. Questa società fu la prima

delle due tappe fondamentali di cui dicevo poc'anzi alla base dell'edificazione del suo impero, e in

realtà di milanese aveva ben poco, come lei ben sa. Infatti la Fininvest Spa venne anch'essa fondata

a Roma il 21 marzo del 1975 come Srl, l'11 novembre dello stesso anno trasformata in Spa con 2

miliardi di capitale, e quindi trasferita nel capoluogo lombardo. Tutte operazioni, queste, che pensò,

decise e attuò proprio lei, signor Berlusconi. Dopo la fusione, ricorda?, il capitale sociale verrà

ulteriormente aumentato a 52 miliardi (al valore dell'epoca, equivalenti a più di 166 miliardi di oggi,

fonte Istat). Bene, fermiamoci qui. Signor Berlusconi, i 17 miliardi e 980 milioni di differenza della

Fininvest Srl di Roma (anno 1978) chi glieli fornì? Vorrei conoscere nomi e cognomi di questi suoi

munifici amici e anche il contenuto delle garanzie che lei, signor Berlusconi, offrì loro. Lo stesso

dicasi per l'aumento, di poco successivo, a 52 miliardi. Naturalmente le chiedo anche notizie

sull'origine dei fondi, altri 2 miliardi, della "gemella" Fininvest Spa di Milano che lei fondò nel

1975, anno pessimo per ciò che attiene al credito bancario e ancor peggio per i fondamentali

dell'economia del Paese.

- Sesto quesito: lei, signor Berlusconi, almeno una volta in passato tentò di chiarire il motivo

dell'esistenza delle 22 (ma c'e' chi scrive, come Giovanni Ruggeri, autore di "Berlusconi, gli affari

del Presidente" siano molte di più, addirittura 38) "Holding Italiane" che detengono tuttora il

capitale della Fininvest, esattamente l'elenco che inizia con Holding Italiana Prima e termina con

Holding Italiana Ventiduesima. Lei sostenne che la ragione di tale castello societario sta nell'aver

inventato un meccanismo per pagare meno tasse allo Stato. Così pure, signor Berlusconi, lei ha

dichiarato che l'inventore del marchingegno finanziario, che ripeto detiene - sono sue parole -

l'intero capitale del Gruppo, fu Umberto Previti e l'unico scopo per il quale l'invento' consisteva - e

consiste tutt'oggi - nell'aver abbattuto di una considerevole percentuale le tasse, ovvero il bottino del

rapinoso fisco italiota ai suoi danni, con un meccanismo assolutamente legale. Queste, mi corregga

se sbaglio, furono le ragioni che addusse a suo tempo, signor Berlusconi, per spiegare il motivo per

cui il capitale della Fininvest e' suddiviso così. E' una motivazione, però, che a molti appare quanto

meno curiosa, se raffrontata - ad esempio - con l'assetto patrimoniale di un altro big

dell'imprenditoria nazionale, Giovanni Agnelli, che viceversa ha optato da molti anni per una

trasparentissima società in accomandita per detenere e definire i propri beni e quote del Gruppo

Fiat. In sostanza lei, signor Berlusconi, più volte ha ribadito che "dietro" le 22 Holding c'e' soltanto

la sua persona e la sua famiglia. Non avrò mai più motivo di dubitare di questa sua affermazione

quando lei spiegherà con assoluta chiarezza le ragioni di una sua scelta a dir poco stupefacente.

Questa: c'e' un indirizzo - a Milano - che lei, signor Berlusconi conosce molto bene. Si tratta di via

Sant'Orsola 3, pieno centro cittadino. A questo indirizzo nel 1978 nacque una società fiduciaria -

ovvero dedita alla gestione di patrimoni altrui - denominata Par.Ma.Fid.A fondarla furono due

commercialisti, Roberto Massimo Filippa e Michela Patrizia Natalini. Detto questo, certo

rammenta, signor Berlusconi, che importanti quote di diverse delle suddette 22 Holding verranno da

lei intestate proprio alla Par. Ma.Fid. Esattamente il 10 % della Holding Italiana Seconda, Terza,

Quarta, Quinta, Ventunesima e Ventiduesima, più il 49% della Holding Italiana Prima, la quale - in

un perfetto gioco di scatole cinesi - a sua volta detiene il 100% del capitale della Holding Italiana

Sesta e Settima e il 51% della Holding Italiana Ventiduesima. Vede, signor Berlusconi, dovrebbe

chiarirmi per conto di chi la Par.Ma.Fid. gestirà questa grande fetta del Gruppo Fininvest e perché

lei decise di affidare proprio a questa società tale immensa fortuna. Infatti lei - che e' un attento

lettore di giornali e ha a sua disposizione un ferratissimo nonché informatissimo staff di legali

civilisti e penalisti - non può non sapere che la Par.Ma.Fid. e' la medesima società fiduciaria che ha

gestito - esattamente nello stesso periodo - tutti i beni di Antonio Virgilio, finanziere di Cosa Nostra

e grande riciclatore di capitali per conto dei clan di Giuseppe e Alfredo Bono, Salvatore Enea,

Gaetano Fidanzati, Gaetano Carollo, Carmelo Gaeta e altri boss - di area corleonese e non - operanti

a Milano nel traffico di stupefacenti a livello mondiale e nei sequestri di persona. Quindi, signor

Berlusconi, a chi finivano gli utili della Fininvest relativi alle quote delle Holding in mano alla

Par.Ma.Fid.? Per conto di chi la Par.Ma.Fid. incassava i dividendi e gestiva le quote in suo

possesso? Chi erano - mi passi il termine - i suoi "soci", signor Berlusconi, nascosti dietro lo

schermo anonimo della fiduciaria di via Sant'Orsola civico 3? Capisce che in assenza di una sua

precisa quanto chiarificatrice risposta che faccia apparire il volto - o i volti - di coloro che per anni

incasseranno fior di quattrini grazie alla Par.Ma.Fid., ovvero alle quote della Fininvest detenute

dalla Par.Ma.Fid. non si sa per conto di chi, sono autorizzato a pensare che costoro non fossero

estranei all'altro "giro" di clienti contemporaneamente gestiti da questa fiduciaria, clienti i cui nomi

rimandano direttamente ai vertici di Cosa Nostra.

- Settimo quesito: e' universalmente noto che lei, signor Berlusconi, come imprenditore e' "nato col

mattone" per poi approdare alla televisione. Proprio sull'edificazione del network tivù e' incentrato

questo punto. Lei, signor Berlusconi, certamente ricorda che sul finire del 1979 diede incarico ad

Adriano Galliani di girare l'Italia ad acquistare frequenze tivù. Lo scopo - del tutto evidente - fu

quello di costituire una rete di emittenti sotto il suo controllo, signor Berlusconi, in modo da poter

trasmettere programmi, ma soprattutto pubblicità, che così sarebbe stata "nazionale" e non più

locale. La differenza dal punto di vista dei fatturati pubblicitari, ovviamente, era enorme. Fu un

piano perfetto. Se non che, Adriano Galliani invece di buttarsi a capofitto nell'acquisto di emittenti

al Nord, iniziò dal Sud e precisamente dalla Sicilia, dove entrò in società con i fratelli Inzaranto di

Misilmeri (frazione di Palermo) nella loro Retesicilia Srl, che dal 13 novembre 1980 vedrà nel

proprio consiglio di amministrazione Galliani in persona a fianco di Antonio Inzaranto. Ora lei,

signor Berlusconi, da imprenditore avveduto qual e', non può non avere preso informazioni

all'epoca sui suoi nuovi soci palermitani, personaggi molto noti da quelle parti per ben altre

questioni, oltre la tivù. Infatti Giuseppe Inzaranto, fratello di Antonio nonché suo partner, e' marito

della nipote prediletta di Tommaso Buscetta. No, sia chiaro, non mi riferisco al "pentito Buscetta"

del 1984, ma al super boss che nel '79 e' ancora braccio destro di Pippo Calo' e amico intimo di

Stefano Bontate, il capo dei capi della mafia siciliana. Quindi, signor Berlusconi, perché entrò in

affari - tramite Adriano Galliani - con gente di questa risma? C'e' da notare, oltre tutto, che i fratelli

Inzaranto sono di Misilmeri. Le dice niente, signor Berlusconi, questo nome? Guardi che glielo sto

chiedendo con grande serietà. Infatti proprio di Misilmeri sono originari i soci siciliani della nobile

famiglia Rasini che assieme alla famiglia Azzaretto - nativa di Misilmeri, appunto - fondò nel 1955

la banca di Piazza Mercanti, la Banca Rasini. Giuseppe Azzaretto e suo figlio, Dario Azzaretto,

sono persone delle quali lei, signor Berlusconi, con ogni probabilità sentiva parlare addirittura in

casa da suo padre. Gli Azzaretto erano - con i Rasini - i diretti superiori di suo padre Luigi, signor

Berlusconi. Gli Azzaretto di Misilmeri davano ordini a suo padre, signor Berlusconi, che per molti

anni fu loro procuratore, il primo procuratore della Banca Rasini. Certo non le vengo a chiedere con

quali capitali - e di chi - Giuseppe Azzaretto riuscì ad affiancarsi nel 1955 ai potenti Rasini di

Milano, tenuto conto che Misilmeri e' tutt'oggi una tragica periferia della peggiore Palermo, però

che a lei Misilmeri possa risultare del tutto sconosciuta, mi appare inverosimile. Ora le ripeto la

domanda: si informò sulla "serietà" e la "moralità" dei nuovi soci - il clan Inzaranto - quando tra il

1979 e l'80 diverranno parte fondamentale della sua rete tivù nazionale?

- Ottavo quesito: certo a lei, signor Berlusconi, il nome della società Immobiliare Romana Paltano

non può risultare sconosciuto. E' impossibile non ricordi che nel 1974 la suddetta, 12 milioni di

capitale, finì sotto il suo controllo amministrata da Marcello Dell'Utri, perchè proprio sui terreni di

questa società lei darà corso all'iniziativa edilizia denominata Milano3. Così pure ricorderà che nel

1976 l'esiguo capitale di 12 milioni aumenterà a 500, e che il 12 maggio del 1977 salirà

ulteriormente a 1 (un) miliardo, e che cambierà anche la sua denominazione in Cantieri Riuniti

Milanesi Spa. Come al solito, vengo subito al dunque: anche in questo ennesimo caso, chi le fornì,

signor Berlusconi, questi forti capitali per aumentare la portata finanziaria di quella che era una

modestissima impresa del valore di soli 12 milioni quando la acquistò?

- Nono quesito: lei, signor Berlusconi, certamente rammenta che il 4 maggio 1977 a Roma fondò

l'Immobiliare Idra col capitale di 1 (un) milione. Questa società, che oggi possiede beni immobili

pregiatissimi in Sardegna, l'anno successivo - era il 1978 - aumentò il proprio capitale a 900

milioni. Signor Berlusconi, da dove arrivarono gli 899 milioni (4 miliardi e 45 milioni d'oggi, fonte

Istat) che fecero la differenza?

- Decimo quesito: signor Berlusconi, in più occasioni lei ha usato per mettere in porto affari di vario

genere - l'acquisto dell'attaccante Lentini dal Torino Calcio, ad esempio - la finanziaria di Chiasso

denominata Fimo. Anche in questo caso, come nel precedente riferito alla Par.Ma. Fid., lei ha scelto

una società fiduciaria - questa volta domiciliata in Svizzera - al cui riguardo le cronache giudiziarie

si erano largamente espresse. Tenuto conto della potenza dello staff informativo che la circonda,

signor Berlusconi, mi appare del tutto inverosimile che lei non abbia saputo, circa la Fimo di

Chiasso, che e' stata per lungo tempo il canale privilegiato di riciclaggio usato da Giuseppe Lottusi,

arrestato il 15 novembre del 1991 mentre "esportava" forti capitali della temibile cosca palermitana

dei Madonia. Così pure non le sarà sfuggito che Lottusi venne condannato a 20 anni di reclusione

per quei reati. Tuttora e' in carcere a scontare la pena. Ebbene, signor Berlusconi, se quel gangster

finì in galera il 15 novembre del '91, nella primavera del 1992 - cioè pochi mesi dopo quel fatto che

campeggiò con dovizia di particolari, anche circa la Fimo, sulle prime pagine di tutti i giornali - il

suo Milan "pagò" una forte somma "in nero" - estero su estero - per la cessione di Gianluigi Lentini,

e usò per la transazione proprio la screditatissima Fimo, fiduciaria di narcotrafficanti internazionali.

Perché, signor Berlusconi?

Ecco, queste sono le domande. Risponda, signor Berlusconi. Presto. Come ha visto, di "pentiti" veri

o presunti non c'è traccia negli 10 quesiti. Semmai c'è il profumo di centinaia di miliardi che tra il

1968 e il 1979 finirono nelle sue mani, signor Berlusconi. E tuttora non si sa da dove arrivarono.

Poiché c'è chi l'accusa che quell'oceano di quattrini provenne dalle casse di Cosa Nostra e sta

indagando proprio su questo, prego, schianti ogni possibile infamia dicendo semplicemente la

verità. Punto per punto, nome per nome. È un'occasione d'oro per farla finita una volta per tutte.

Sappia che d'ora in poi il silenzio non le è più consentito né come imprenditore, né come politico,

né come uomo.


FIDO
di Paride Puglia


CAUSE DI FORZA (ITALIA ) MAGGIORE
di Paride Puglia


E' TORNATO LUI, CIOE' NOI
di Luca De Santis


A: "Hai visto? è tornato!"

B: "Chi?"

A: "Lui"

B: "Il duce?!"

A: "Ma nooo, cosa capisci?...Lui!"

B: "..."

A. "Uffa, sei tardo!...lui di noi"

B: "Noi? Noi chi?"

A: "Noi noi"

B: "Ah noi...ma allora intendi il Walter?"

A: "No, parlavo della Vispa Teresa, ma certo che intendo il Walter!"

B: "Ma non era tornato in Africa?"

A: "Vedi che fai sempre confusione: lì ci doveva andare quando ha smesso di

fare il sindaco di Roma..."

B: "...però non c'è andato..."

A: "...no..." 

B: "...e perchè?"

A: "E bravo! E secondo te ci mollava in braghe di tela a fronteggiare da

soli i mali del paese?...l'ha fatto per noi"

B: "Noi noi?"

A: "Noi tutti...gli italiani insomma"

B: "E già, ora ricordo, quante belle cose ha fatto per noi...la nascita del

PD, il governo ombra...però poi l'hanno segato"

A: "Infatti, ecco perché si è messo a scrivere"

B: "Scrive? E cosa scrive?"

A: "Romanzi"

B: "Come Faletti?"

A: "Come Faletti"

B: "Ah però!....e dimmi, la copertina è oro o argento?"

A: "E no caro mio, tutta un'altra classe, copertina bianco e nero con un

tocco di rosso"

B: "Ah meno male, cominciavo a pensare che il nostro colore fosse diventato

il verde, festa democratica: manifesto verde...You Dem: studio verde...che

poi sarebbe già il colore dei leghisti, un domani magari ti chiedono anche

qualcosa per i diritti d'autore.

Sssenti...ma il titolo?"

A: "Noi"

B: "..."

A: "Bello vero? Che ne dici?"

B: "...bello...d'effetto...sissi...maaa...noi nel senso di noi noi?

A: "Ma noooo, noi tutti...gli italiani insomma...ti spiego, il Walter dice

che "io" è troppo autoreferenziale e individuale..."

B: "...e beh..."

A: "..e che insieme all'io ci siamo noi..."

B: "...non fa una piega..."

A: "...e che l'esistenza si sfarina senza gli altri..."

B: "E no, scusa, hai tirato in ballo loro"

A: "Come scusa?"

B: "Si, insomma ci sono io e ci sei tu, poi ci siamo noi...ma loro, gli

altri, cosa c'entrano?"

A. "Ma loro siamo noi"

B: "Senti...non è che a scuola andassi benissimo, ma questa me la ricordo

bene, ci sono: io, tu, egli, noi, voi...oh caspita! c'è anche il voi..."

A: "Guarda che il voi non c'entra"

B: "Però si usava quando c'era Lui"

A: "Insomma basta, Veltroni è tornato e ha scritto un romanzo che parla

dell'Italia, punto!"

B: "Eccheccavolo! Bastava dirlo subito no? Con tutti quei io, noi, voi, loro

mi hai messo una confusione che guarda...mi sembrava di ascoltare un comizio

di Franceschini...vabbè...e tu l'hai comprato questo capolavoro della

letteratura contemporanea?"

"Beh...no...magari...pensavo.. sai al momento io non posso fare grandi

spese, ma se tu avessi qualche euro dietro noi si poteva fare un salto in

libreria e comprarlo...che ne dici?"

"Dico che adesso il senso del titolo mi è perfettamente chiaro."


ITALIBY
di Enrico Bertuccioli


SPADARE
di Andrea Bersani


SCONTRO AI MASSIMI LIVELLI
di Gino Di Frenna



RAGLI&BELATI
di Zacc e Bélina

MONNEZZA


Zacc – hai sentito cosa pensano di Feltri?

Bèlina – spazzatura maleodorante