mercoledì 24 febbraio 2010

Buongiorno Italia dall' Asino

da MARILENA NARDI

Ultime buste paga

Lavasoldi
Le pannocchie di Zaia
DEUS ET CAESAR
di Nicola Bucci




MA CHE BEL PUPO!

di Giulio Laurenzi


Ebbensì, lo ammetto. Ho visto il Festival di Sanremo e, pur non capendone una mazza di musica (o forse proprio per questo), mi sono divertito. Le canzoni sembravano belle, tranne due, orecchiabili, tranne due, originali, tranne due, e pure cantate bene, sempre tranne due. E chi ti arriva in finale? Vavhè, la risposta è scontata, anche perché il Festival in questione è finito da un paio di giorni, o forse più: Proprio le due che a me facevano cagare!!!

Sto parlando di quel melange melodico proposto dai trettrè, ovvero Pupo e gli altri due (perdonatemi la ridondanza), più di quel latrato di banalità messo in piedi dalla De Filippi per il suo figlioccio, certo Valerio Scanu. Il terzo mi sembrava bravo, tal Mengoni (o Megoni, vado pigramente a memoria e scrivo come parlo). Ma siccome sono malato di satira, e anche un po' di politica, mi sono divertito a tracciare parallelismi beceri. Ho riflettuto, ai più sembrerà strano, e sono arrivato persino a una conclusione. Non ho potuto fare a meno, malignamente, di notare che i tre (cinque) finalisti hanno beneficiato precedentemente, loro malgrado, di una notevole esposizione mediatica. Me(n)goni (quello bravo - ma non era il solo) con X-Factor, Scanu con Amici della De Filippi e i trettrè con i cosiddetti Pacchi e Ballando con le stelle (o sotto, insomma, dove volete voi).

Allora mi sono detto un'altra cosa... Questa mi sembra la prova provata, come ama dire il mio amico avvocato, del fatto che la televisione guida il popolo bue e che il conflitto d'interesse (politica-controllo dei media) non è un'invenzione della sinistra (che pure non ha fatto nulla per porvi rimedio, pur avendone avuto più volte l'occasione). Insomma, tra il tele-voto e il voto non c'è molta differenza.

E allora? E allora mi deprimo e mi rassegno. Non c'è nulla da fare, tranne la rivoluzione con le bombe (alla crema o al cioccolato, naturalmente)...




PUBBLICO LUDIBRIO - SERVIZIO DI UTILITA' CIVILE

di Beppe Ciarallo


E' possibile che della maggior parte degli stronzi che perpetrano le peggiori nefandezze, si viene a sapere a malapena nome e cognome e basta? Mi fa star male il fatto di poterli magari incontrare, in modo del tutto fortuito, chessò nello scompartimento di un treno, e ignaro delle brutte persone che ho di fronte, scambiarci due chiacchiere e magari trovarle anche simpatiche e piacevoli. Tutto perché non si sono mai viste pubblicamente le loro luride facce.

Lanciamo sull'Asino una rubrica dal titolo "PUBBLICO LUDIBRIO - SERVIZIO DI UTILITA' CIVILE", nel quale mostriamo la faccia dei personaggi che di volta in volta meriteranno di finire alla gogna (dentro cornici che invece di orpelli e figure floreali sono ornate di "stronzi"), e sotto l'immagine, le motivazioni.


NICOLA PAOLO DI GIROLAMO

Un'associazione a delinquere che ha utilizzato due società quotate in Borsa, Telecom Sparkle e Fastweb, per creare un danno al Fisco di 370 milioni e, gestendo un flusso di denaro di oltre 2,2 miliardi di euro, ha creato fondi neri e ricchezze all'estero. In parte questi soldi, sarebbero finiti in mano alla 'ndrangheta, in particolare al clan Arena, che li avrebbe impiegati anche per organizzare l'elezione del senatore del Pdl, Nicola Paolo Di Girolamo.

I FANTASMI DE L' AQUILA
di Gino Di Frenna


FALSI INVALIDI, LADRI VERI
di Gino Di Frenna


QUESTIONE DI GIUSTIZIA
di Bandanax


DIFESA DEL TERRITORIO
di Paride Puglia


ZECCHINO DI BRONZO
di Zurum