lunedì 7 novembre 2011

Numero 1473 BUONGIORNO ITALIA


Ore 19.12

da MARILENA NARDI

Culinfaccia


Ubi maior...

Gianburrasca

da ANDREA BERSANI

Mostra personale numero 37









Numero 1473 BUONGIORNO ITALIA


Ore 11.54

da UGO FURLAN

Non mollo.


Come slogan non è male.

Potrebbe essere il nuovo adesivo per dentiere, oppure una vite che tiene insieme i pezzi di un mobile dell’Ikea, 

invece è il nostro Piazzista che, con il cuore di un leone, ci avverte che ha i numeri per tenere duro.

Peccato che in questo clima piovoso non ci sia un posto al ristorante per rilassarsi un po’ tra una faticosa letterina alla Merkel 

e una caccia ai numeri che stanno scappando verso altre caselle più accoglienti. 

Senza contare che con tutte le notti occupate a discutere dello spread, dal suono sinistramente intestinale, 

non rimane al nostro povero Piazzista nemmeno un momento per una cenetta elegante a base di bunga-bunga.


Numeri.

Uno è il dito rattrappito che rimane alzato al Senatùr.

Due sono quei loschi figuri che in Europa ridono di lui come se si aggirasse in mutande per i corridoi della UE.

Il terzo polo è quello composto dalla gioventù democristiana, degli anni 70.

Il quarto potere, fatto di carta stampata comunista, è responsabile delle avversità in quanto racconta la scomoda realtà 

invece delle affascinanti proposte governative.

Il 316 barrato è il numero del tram che gli serve per arrivare indenne dalle unghiate dei loschi magistrati 

fino alla fermata n°2013; ultimamente, però, c’è qualcuno che si sta fregando i binari per venderseli in vista di tempi difficili.


Insomma è dura per uno che non vuole mollare.

E dopo?


Diamo una scrollata ai numeri nel sacchetto e speriamo che ne vengano fuori di buoni, per fare almeno una cinquina.


Un saluto, facendo due passi e scambiando quattro chiacchiere in cinque minuti.


Senza mollare niente per strada, mi raccomando.


Hasta siempre









da BUCNIC


da PAOLO LOMBARDI

...quando la barca non va...


da PARIDE PUGLIA

Ristorante cinese


Stop love


da LUCA DE SANTIS

Io dico che la questione è sopravvalutata.

Insomma, non è possibile che per ogni cosa che accade in questo paese si vogliano individuare, per forza, delle responsabilità. 

Non è che le cose accadano sempre per colpa di qualcuno, ci sono le concause...le disgraziate fatalità....l'imponderabile...per dire: metti che un primo ministro sia accusato di affondare l'economia dello stato perché non vuole dimettersi...mica sarà tutta colpa sua, no? Ci sarà la congiuntura...le concause...le disgraziate fatalità...oppure, metti che sempre lo stesso primo ministro sia accusato di favoreggiamento della prostituzione minorile...mica sarà tutta colpa sua, no? Magari neanche c'era...e se c'era dormiva...data l'età...e poi ci saranno le concause...le disgraziate fatalità...oppure: metti che sei un sindaco, di una città alluvionata, i cui fiumi tracimano perché non sono stati messi in sicurezza...mica sarà tutta colpa tua, no? sarà anche colpa del clima monsonico...delle concause...delle disgraziate fatalità...

Diciamolo, questa faccenda della responsabilità è proprio sopravvalutata, perché concentrarsi sterilmente su di chi siano le responsabilità, inutile piangere sul latte versato...facciamo che è colpa di tutti...ecco, sì...colpa di tutti...che è come dire che non è colpa di nessuno, no?

Più equo...più pulito...più "politically correct"...d'altronde c'è sempre l'imponderabile....le concause...le disgraziate fatalità...