domenica 29 ottobre 2017

Numero 2737 PENSIERINO N° 1

da l'ASINO


Una nuova generazione di satrapi si aggira per l'Europa: la preoccupazione non va tanto ai Kurz o alle Le Pen, anche se la loro presenza ai confini di casa nostra  è quanto meno imbarazzante , quel che preoccupa sono i satrapi di casa nostra, i Renzi, i Salvini, per non parlare dei Berlusconi e li cito al plurale perché ciascuno di loro si tira dietro il proprio gregge di satrapetti di seconda e terza mano ognuno dei quali usa la parola democrazia nel modo più inappropriato possibile e teme come la peste l'unica cosa che garantisce la democrazia: il dibattito. Questi tristi figuri confondono la democrazia con ciò che essi ritengono giusto e quindi non meritevole di opinioni altrui e, nel dibattito parlamentare, inseriscono ostacoli di ogni genere al dibattere, cioè all'esercizio di mettere a confronto opinioni diverse, che chiamano "fiducia", "canguro", "contingentamento" e via danzando. L'ultimo  caso di… intolleranza dialettica: la legge elettorale che sono riusciti ad approvare in barba ai più elementari concetti di democrazia e di tolleranza politica.  Non c'è verso di riuscire a parlare con loro: quando sono alle strette alzano la voce, interrompono il discorso altrui, sghignazzano sarcastici e mandano tutto in vacca senza riuscire a mettere insieme un briciolo di confronto. La loro tecnica è di dire cose apparentemente di buon senso ma, se ci fate caso, sono sempre proiettate nel futuro: " faremo", " diremo", " daremo"… e, nel frattempo, si fanno i cavolacci loro. E anche oggi, nel momento in cui sono riuniti a Napoli per la loro conferenza programmatica,  il loro titolo è "Manifesto Italia 2020: costruiamola insieme". Nel 2020! Ma oggi? Oggi costruiamola con Verdini, con Alfano, con Berlusconi!

Troppe cose ci separano da quei satrapi e dal loro satrapismo teso solo ad assicurare potere per se stessi e per i loro servi. Noi oggi vediamo nel Movimento 5 Stelle quel clima culturale che un tempo avevamo trovato nel Partito Comunista Italiano quando l'etica rappresentava il riferimento per ogni azione individuale e collettiva, che era stata progressivamente tradita dalla cosiddetta "svolta della Bolognina" . Rimbombano  oggi, come ieri, nel 1981 quando sono state pronunciate, le parole di Enrico Berlinguer " «I partiti non fanno più politica…I partiti hanno degenerato e questa è l'origine dei malanni d'Italia…Per noi comunisti la passione non è finita. Ma per gli altri? Non voglio dar giudizi e mettere il piede in casa altrui, ma i fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un "boss" e dei "sotto-boss".  Non è l'analisi che ha portato alla creazione del M5S?- continua